Nobili o plebei? Lo psicodramma del pigiamato

Quest'oggi rispondiamo volentieri ad un paio di precisazioni avanzate da alcuni nostri affezionatissimi utenti pigiamati che alla lettura di alcuni nostri articoli hanno immediatamente attivato le loro piccole meningi da roditori e si sono ingegnati inviandoci due splendidi capolavori che di seguito vi proponiamo. Tratteremo di due argomenti a noi particolarmente cari e apparentemente tra loro molto differenti ma con una chiave di lettura comune, andando per ordine:

La questione della ciociara

Si tratta di un argomento da noi più volte affrontato. Sbugiardando l'iniziale giustificazione dei pigiamati che accusavano la Panini di aver reinventato liberamente il loro logo nella stagione 1963/64, abbiamo dimostrato come l'emblema della "burina" fosse in realtà, a cavallo tra gli Anni Sessanta e Settanta, ampiamente utilizzato non solo come loro mascotte sulle figurine prodotte da altre case editrici ma addirittura orgogliosamente esposto come loro logo sugli stendardi portati in trionfo dai tifosi laziali, messo il più delle volte addirittura in primo piano anche rispetto alla famosa aquila. Disarmati dall'evidenza dei fatti i pigiamati hanno dato sfogo alla loro creatività, rinominando così la donnina riprodotta sui loro vessilli in "Minente" che, come giustamente si legge all'interno della splendida opera inviataci dal nostro affezionato visitatore biancoceleste, è il simbolo popolano della città fatta da donne che lavavano nel biondo Tevere:


L'ipotesi alquanto fantasiosa formulata dagli arguti amici sbiaditi, potrebbe anche essere plausibile ma eseguendo un confronto tra l'emblema raffigurato sulle figurine Panini, il dipinto ottocentesco rappresentante una ciociara conservato presso il Museo Antropologico della Ciociaria ad Arce (FR) e la ricostruzione di una minente esposta al Museo di Roma in Trastevere ogni dubbio sul lancinante dilemma viene immediatamente dissipato:



     

La questione Pippa Nera

Come la maggior parte dei nostri affezionati utenti sapranno, stiamo affrontando una tematica che ci sta particolarmente a cuore. In questo caso l'attacco agguerrito dei tifosi laziali parte da un articolo del romanista del 13 Marzo 2012 di Tonino Cagnucci dal titolo "Nati al Pippa Nera da sempre ci fanno felici". Di seguito vi mostriamo l'immagine che andremo ad esaminare:


Il simpatico tifoso laziale parte subito a spron battuto accusandoci immediatamente di essere ignoranti e invidiosi e poi comincia con una vera e propria contraddizione (cosa tipica tra i sostenitori dei colori sbiaditi). Inizialmente scrive che secondo i sostenitori giallorossi, Bigiarelli e co. fondarono la Lazio nel barcone Pippa Nera e poi riportando uno stralcio del libro "Storia della Lazio" non fa altro che confermare quanto affermato dai romanisti, dimostrando appunto che Giggetto e compagnia bella erano sempre piazzati in quella barcaccia pulciosa poiché venivano presi a calci e schifati da tutti gli altri circoli nobiliari e borghesi che praticavano sport a ridosso del Tevere.
Il capolavoro di quest'immagine rimane comunque la domanda finale (alla quale rispondiamo con immensa gioia), riportata qui di seguito:

"Quindi il Pippa Nera era l'unico accesso e luogo di ritrovo del "popolo" sulla sponda di un Tevere che era monopolizzato in quei tempi dall'alta borghesia romana. Ma allora perché voi romanisti, che vi vantate di essere la squadra del popolo, usate quel "Nati al Pippa Nera" come fosse un'onta?"

Perchè i romanisti non si vantano di essere la squadra del popolo ma si vantano di tifare per la squadra che rappresenta la città di Roma portandone il nome, il simbolo e i colori. Sono i laziali tuttalpiù che non potendo disporre di nessuno di questi tre elementi, rosi dal fatto che il loro nome ha funzionato da sempre come richiamo per i tifosi sparsi nelle varie province della regione (grazie ai quali hanno potuto ingrandire il loro povero bacino d'utenza) si consolano con l'aglietto, dicendo da sempre di essere la squadra dell'aristocrazia, autodefinendosi "Nobiltà Capitolina":


Questo è dunque lo psicodramma pigiamato:
Autofregiarsi del titolo di "autentico aristocratico romano" e allo stesso tempo vantarsi di aver avuto un simbolo del popolo come stemma e di esser nati in un luogo poco nobile e molto "popolare" com'era il capanno "Pippa Nera".

3 commenti:

  1. Ma quale minente, una tifoseria di zoccole come quella lazianese può essere rappresentata giusto da nicole minetti...

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  2. Non ci siamo: il tipo che ha scritto quel commento dicendo che le minenti erano le lavandaie non sa di cosa parla. Le minenti erano quelle popolane arricchite (e-minenti), sempre molto vistose, che ci tenevano moltissimo ad esporre il loro status. Chi lo dice? Chi le conosceva bene e cioè G.G. Belli, che ne parla a lungo in alcuni commenti e ha dedicato loro almeno un sonetto. Con le lavandaie non c'entrano, quel tifoso laziale si dedicasse all'agropecuaria, dovrebbe riuscirgli bene.

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  3. http://mondodelbelli.blogspot.it/2010/03/i-popolani-arricchiti-in-trattoria-le.html
    Spiegazione di chi erano le "minenti"

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