La verità su Piazza della Libertà


Rispondiamo volentieri a tutti i simpatici frequentatori pigiamati che con il loro linguaggio colorito si sono subito affrettati ad epitetarci con poco educate etichette in merito alla diatriba sulla cartina di Roma del 1896 postataci sulla pagina LAZIO in B da un nostro utente nel post di mercoledì 23 Ottobre 2013.
Come al solito il loro metodo scientifico utile a dar credito alle proprie fantasiose tesi, risulta superficiale e approssimativo, se i nostri amici avessero avuto la pazienza di leggere le informazioni allegate alla mappa si sarebbero resi conto che si trattava di una cartina nella quale non solo apparivano gli edifici all’epoca esistenti, colorati con un colore più scuro ma anche le costruzioni in progetto e ancora non ultimate.
Come si può facilmente evincere analizzando con attenzione la cartina incriminata, il futuro
Rione Prati, progettato per ospitare la classe governativa della neonata Monarchia italiana, è praticamente quasi del tutto tracciato con una tonalità tenue rispetto al resto della città.
È sufficiente compiere un minimo sforzo per poter fare un confronto cromatico con gli stabili più antichi presenti nelle strade intorno Piazza del Popolo per rendersene conto . Inoltre è evidente come solo alcuni dei palazzi siano tracciati con colori più scuri nella zona di nostro interesse, quella di Piazza della Libertà, alle pendici della quale era attraccato il capanno Pippanera, sede del circolo nel quale Bigiarelli e compagni amavano riunirsi e dove al fine di partecipare ad una prestigiosa competizione a squadre, nacque l’esigenza di creare una società podistica che, grazie alla brillante idea del nuotatore casertano Olindo Bitetti, trasse il cacofonico nome della regione.
Questa cartina dunque non confuta assolutamente le nostre tesi bensì le certifica. In sostanza è come se tra cento anni qualcuno prendesse in mano una qualsiasi piantina della Roma odierna con segnate le future stazioni della metropolitana ad oggi ancora in costruzione e scioccamente affermasse che nel 2013 la Capitale poteva già disporre di quattro linee metro.
Ciò che abbiamo sempre affermato, continuiamo a ripeterlo: nel 1900 Piazza della Libertà era solamente una spianata polverosa a limite tra la campagna e i cantieri in costruzione del nuovo quartiere Prati. L’unico posto dove ci si poteva riunire in un freddo gennaio di inizio secolo non poteva esser altro che il barcone modesto e pulcioso che tutti conosciamo, un luogo dove tutto si pensava tranne che a far rotolare una palla in una rete.

1 commento:

  1. venite sul blog antilazio, credo di aver trovato una cartina più dettagliata dagli archivi

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