Capurso mon amour

Come tutti sanno, l'infallibile metodo storico-scientifico di ricerca applicato dagli illustrissimi storici laziali ci ha permesso di capire come ottenere il luogo di nascita di una società che deve necessariamente coincidere con quello del primo presidente. Se quindi per la AS Roma è Corropoli, che diede i natali ad Italo Foschi, applicando lo stesso affidabilissimo criterio, abbiamo scoperto quello della SS Lazio: Capurso, un piccolo e ridente centro della provincia di Bari che diede i natali a Giuseppe Pedercini. Questo simpatico signore dalla salute cagionevole fu in effetti il primo vero presidente della Lazio, assunse l'incarico mai voluto da Luigi Bigiarelli trasferitosi in Belgio, poiché preferiva correre per campi anziché pensare alla sua splendida creatura dai colori sbiaditi. Sotto l'egida di Pedercini la Lazio cominciò inoltre a praticare il giuoco del calcio, lo sport di punta della polisportiva pigiamata. Peppino è da considerarsi quindi il vero padre della sezione calcistica sbiadita e non Bigiarelli che non sapeva nemmeno che si potesse correre anche dietro ad un pallone di cuoio.

Quest'oggi vi proponiamo un importantissimo documento, una fotografia inedita di Giuseppe Pedercini dalla quale possiamo notare i tratti tipici della popolazione capursese, uno sguardo vivo e l'espressione sagace che rispecchia oltre allo spirito del piccolo centro pugliese, anche l'animo del vero tifoso laziale:


A molti sarà certamente saltata all'occhio l'incredibile somiglianza con il comico Luca Medici, in arte Checco Zalone, anche lui come Pedercini originario di Capurso e magari chissà anche lontanamente imparentato con il grandissimo presidente biancoceleste. Incredibile anche la coincidenza che coinvolge il soprannome del comico che, precisiamo per i non pugliesi, rappresenta un gioco di parole nato dall'espressione "che cozzalone!", che sta a significare "che cafone!" o "che burino!"...e quindi anche "che laziale!". Tutto torna. 

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