In questo consesso, ci è capitato spesso di occuparci della questione colori e soprattutto simboli, due elementi, insieme al nome, che da sempre sembrano costituire un vero e proprio "caso" per tutti i sostenitori regionali dei colori ellenici. In Italia, e molto spesso anche all'estero, quando all'interno di una città ci sono due o più squadre, accade che le compagini si dividano alcuni elementi caratteristici che ne rendano immediatamente riconoscibile il luogo di appartenenza. Questo accade ad esempio a Torino dove entrambe le società sfoggiano lo stemma cittadino all'interno dei loro loghi, i granata inoltre ne portano addirittura il nome. A Milano, i rossoneri si chiamano come la città (nella versione sia dialettale sia inglese) e l'Inter utilizza come proprio emblema il biscione dei Visconti. A Genova i rossoblù, come il Milan, dispongono della versione anglosassone del nome cittadino ed i sampdoriani sfoggiano al centro delle proprie casacche una croce rossa in campo bianco, simbolo di San Giorgio e della città stessa. A Verona sia il Chievo sia l'Hellas traggono le proprie cromie dai vessilli cittadini.
Quanto appena descritto purtroppo non si ripete nella Capitale dove una squadra detiene nome, colori e simbolo cittadini mentre l'altra si chiama come la regione (elemento non sufficiente ad identificarla con l'Urbe poiché potrebbero esser tirate in ballo anche le altre province presenti in essa), i colori di uno stato estero e come simbolo un'aquila calva americana, portata in trionfo durante le partite casalinghe di quest'ultima compagine.
Tutto ciò ha provocato fin dalla notte dei tempi, un certo disagio tra i tifosi sbiaditi che hanno cercato nel corso degli anni di trovare sempre nuovi stratagemmi per dimostrare di appartenere e rappresentare in tutto e per tutto la città di Roma.
Negli Anni Trenta addirittura, a pochi anni dalla nascita dell'AS Roma, i laziali entrarono in confusione e per dimostrare la propria romanità cercarono delle soluzioni alquanto inconsuete se non addirittura risibili. Basti osservare con attenzione quali loghi (e addirittura in un caso colori) furono utilizzati su alcune figurine dell'epoca per capire a cosa ci riferiamo:
E' la storia che condanni stì poveracci... laziali brutta gente!
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