Epicuro già nel 260 a.C. nelle sue Massime Capitali scriveva che:
«Non abbiamo tanto bisogno dell'aiuto degli amici, quanto della certezza del loro aiuto». Orbene, questa dotta citazione del grandissimo filosofo di Samo, a distanza di migliaia di anni, è quanto mai attuale. L’esempio più clamoroso e lampante si palesa con tutta la sua prepotente forza nel calcio italiano. Oggetto ne sono la seconda e la terza squadra della città di Milano; per qualche distratto che non lo avesse ancora capito stiamo parlando della F.C. INTER e della S.S. LAZIO.

Due società “amanti” legate tra loro da un filo di sudditanza (a senso unico) che fa sembrare quella che dovrebbe essere una semplice amicizia ad una vera e propria storia d'Amore con tutte le carte in regola. È bene ricordare al caro lettore che l'Amore è un sentimento difficile, quasi mai equilibrato: spesso all'interno di una coppia c'è sempre un elemento forte che si impone prepotentemente sull'altro. Uno dei due elementi della coppia detta le regole, con fare sprezzante e indifferente e l'altro subisce allegramente innamorandosi sempre più.
Sembra il ritratto sputato del rapporto che contraddistingue da sempre queste due società: da una parte la prepotenza della squadra ambrosiana che impone le sue regole e quando viene a giocare all'Olimpico pretende che le sia servito il piatto caldo in tavola; dall'altra abbiamo una stuola di piccoli piccioni pronti ad abbassare la testa e ad adulare il loro amico forte. Un po' quello che accadeva ai tempi della scuola quando il bulletto in cambio del passaggio dei compiti prometteva aiuto e protezione alla povera mammola derisa e sbeffeggiata dagli altri compagni. Alla luce di ciò, ci si può autodichiarare rappresentanti più puri della romanità quando si gioisce per le vittorie meneghine, anche quando queste arrivano contro la propria squadra?
«L'adulatore è uno schiavo che non è buono per nessun padrone.»
(Charles-Louis de Montesquieu)
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